L’aragosta è davvero un piatto da ricchi?

L’aragosta si può considerare e ritenere uno dei piatti re della tavola di tutto il mondo. Fin dai tempi più antichi,è stato denominato crostaceo di maggior pregio, sempre destinato alle fasce di consumatori di alto rango.
Grazie ad un’alimentazione basata su plancton e alghe, l’aragosta viene rappresentata come un saporito crostaceo dalla polpa tenera e delicata. Sia nei ristoranti che a casa, è possibile preparare molte ricette raffinate, invitanti sia per il palato sia per l’olfatto.

Dal punto di vista nutrizionale, è ricchissima di proteine e sali minerali, apprezzabili anche per l’apporto calorico. Tuttavia, in cucina, un’aragosta varia il suo sapore a seconda del mare dove è stata pescata. Anche i condimenti contribuiscono ad arricchirne il sapore, come per l’aragosta alla catalana. Un’accorgimento importante da ricordarsi quando si vuole mangiare un’aragosta è che, anche se ricchissima di calcio e molte altre proteine, la grande quantità di sodio al suo interno è sconsigliata a chi deve seguire diete povere di sale.

Aragosta come cucinarla

La tradizione culinaria italiana è ricca di ricette che spiegano i vari modi di consumare questo succulento crostaceo. Ad esempio bollito o al naturale, preferibilmente condito con succo di limone e/o con aceto. Il primo passo per poterlo cucinare perfettamente è la pulitura. Si tratta di un passaggio fondamentale nella sua preparazione che consisterà nell’eliminare la sacca nera della sabbia ,che si trova nella testa, e il budellino amaro, che si trova in mezzo alla coda.

Dopo questo passaggio si può procedere alla cottura. Tenete conto che di base, servono circa 8-10 minuti per ogni mezzo chilo di crostaceo. Inoltre, non conviene farlo cuocere troppo nell’acqua, in quanto diventerebbe duro. Nell’ultimo passaggio, ossia quello della presentazione, il crostaceo verrà servito in due modi. Il primo è con panna acida, a cui eventualmente si potrebbero aggiungere delle erbe aromatiche. Il secondo, con una squisita salsa di accompagnamento creata dalla miscela fra la parte gialla e cremosa della testa, le uova e la maionese.

Le 4 differenze fra aragosta e astice

  1. aragostaIl colore: la prima è caratterizzata da un colore tendente all’aranciato, rosso-brunastro o viola-brunastro mentre il secondo può essere marrone scuro con chiazze gialle sul ventre o blu intenso su tutto il carapace.
  2. Le chele: l’astice le ha, l’aragosta no.
  3. Il gusto: l’aroma dell’astice è molto dolce e delicato e la polpa è meno dura rispetto invece all’aragosta, che ha delle carni elastiche e compatte che, in cucina, sitrasformano in piatti dal sapore marcato e con gusto più deciso.
  4. Il costo: il prezzo di un’aragosta può variare tra i 80 e i 100 euro al chilo mentre l’astice risulta decisamente più economico, con differenze che oscillano anche di 30-40 € al kg.
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